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“Filetto di cefalo in acqua pazza, giusto per ritrovar la voglia…”

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Si ricomincia.
Dopo la sosta del we, dovuta ad altri pensieri per la testa. Il terremoto, che qui a Modena ha picchiato bello duro (nel mio paese, nessun danno per fortuna) ma soprattutto la bomba di Brindisi.

Sono abbastanza vecchia da ricordare la strategia della tensione. *Le strategie*, anzi, visto che anche la stagione delle bombe di mafia si fondava su un simile disegno eversivo. A base di bombe e morti. Sono abbastanza vecchia, dicevo, per non credere facilmente alla teoria del matto isolato, rispetto a quello che è successo a Brindisi. Non ne voglio parlare, troppo grande è la pena per quella povera ragazza morta (e per la sua amica, massacrata e bruciata anche lei ma viva). Aggiungo solo che, per motivi personali, è una cosa che mi ha toccato profondamente. Provocandomi un dolore autentico, per quanto assurdo possa sembrare.
In ogni caso, dicevo, si ricomincia. Ed ho deciso di farlo con una reinterpretazione. Per ora, ho scelto il cefalo ma, visto che la cosa mi ha convinto, la prossima volta proverò con la gallinella, che mi ispira di più.
Il punto di partenza, il pesce all’acqua pazza. Una preparazione veloce e facile ma con un difetto, almeno per me. Non mi piace il pesce lesso o simil-lesso servito intero. Mi disturbano le spine. E allora ho pensato all’acqua pazza realizzata in maniera diversa.
Per cinque-sei persone:
3 cefali da mezzo kg. cadauno
2 spicchi d’aglio
un litro e mezzo d’acqua
3-4 pomodori freschi (oppure pelati, in inverno, ben sgocciolati), schiacciati grossolanamente
olio e.v.o
peperoncino forte, se vi va
origano, sale.
 


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Sono partita sfilettando il pesce. Una cosa facile, se si ha il coltello giusto (magari, se trovo qualcuno che mi aiuta con le foto, ci faccio una scheda su). Fatto questo, procedo nello stesso modo della ricetta classica. Si mette a bollire in un grosso tegame ovale, che possa poi contenere anche il pesce, tutti gli ingredienti tranne i filetti di pesce. Si porta a bollore l’acqua pazza e la si fa continuare a cuocere, per stringere un po’, per ca. 15/20 minuti dalle prime bolle.Solo alla fine, quindi, si aggiungono i filetti e e si cuoce il minimo indispensabile, tra i 5 e i dieci minuti ( si capisce che il pesce è pronto dal cambiamento di colore).

 
Nulla di particolare, insomma. Ma buono. Perfetto per cercarsi addosso la voglia di cucinare nonostante tutto.

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