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“Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. Anche solo producendo vino”

“Ogni faccia è un miracolo. E’ unica. Non potrai mai trovare due facce assolutamente identiche. Non hanno importanza bellezza o bruttezza: sono cose relative. Ogni faccia è simbolo della vita, e ogni vita merita rispetto. Nessuno ha diritto di umiliare un’altra persona. Ciascuno ha diritto alla sua dignità. Con il rispetto di ciascuno si rende omaggio alla vita in tutto ciò che ha di bello, di meraviglioso, di diverso e di inatteso. Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità.”
 
Ecco, è proprio questo il punto: poche parole – di Tahar Ben Jelloun – che spiegano perché del il mio non essere razzista.  Si dà testimonianza del rispetto per se stessi trattando gli altri con dignità. E’ questo che, soprattutto mi colpisce in negativo quando vedo comportamenti razzisti oppure leggo parole intrise di disprezzo per il diverso: l’assoluta mancanza di rispetto di sé. Offendere gli altri in base alle caratteristiche fisiche (per esempio, per il colore della pelle), oppure in base ai suoi gusti sessuali,  è solo un modo di mostrare al mondo quanto poco si tenga alle caratteristiche più autentiche dell’essere umano. Come i valori, per esempio. O, più semplicemente, la capacità di pensare.
 
 
Troppo spesso, ultimamente, questo sta accadendo verso un ministro della repubblica: Cécile Kyenge. Offesa non per quello che fa – questo, linguaggio a parte, ci potrebbe pure stare – ma per il colore della sua pelle. Dicono che assomigli ad un orango, per esempio. Ora, premesso che che l’assomigliare ad un orango non mi sembra poi questa grande offesa – rimango convinta che peggio sarebbe sentirmi dire che assomiglio a Calderoli – io onestamente di queste cose non ne posso più. Ormai mi è pure passata voglia di incazzarmi. Sarà l’età che incombe, sarà il fatto che ormai sono convinta che “a lavà ‘a capa ‘ciuccio, se perde ‘o tiempo, l’acqua e ‘o sapone ” ho deciso che d’ora in poi nella mia vita – anche virtuale – non ci sarà più posto per le persone che tanto poco rispetto dimostrano per sé.
 
Puoi avere il migliore blog di cucina di questo mondo, ma di sicuro se scegli di offendere una persona dandole dell’orango, io e te non abbiamo nulla in comune: inutile che perda tempo a leggerti.  E poi, mi inquini la vita, costringendomi a leggere certe parole: mi regali energia negativa: e di sicuro di quella non so che farmene.
Così come puoi produrre il miglior vino del mondo. Ma se scegli di offendere le persone scegliendo parole come Cita Kienge (che po’, mi verrebbe da dire: “Ha parlato Tarzan! Ma uno specchio in casa tua, proprio non ce lo vuoi mettere?”), Puttana Boldrini, Frocio Vendola, il tuo vino te lo puoi bere tu. 
 
Sicuramente, una persona che non sa provare rispetto per le persone, non può assolutamente provare rispetto né per la terra né per il lavoro di cui questa ha bisogno, né per i suoi prodotti. E quindi di sicuro non produce un vino *buono*. Non buono come lo intendo io, almeno.

E poi si sa. Io li odio i nazisti dell’Illinois.

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