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Baccalà in umido alla cannaruta

“Baccalà in umido alla cannaruta”

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Il  Baccalà in umido alla cannaruta secondo Scatti di Gusto, è una ricetta (il cui nome vuole dire baccalà alla ghiottona) che proviene dal  Trattato di Cucina teorico pratica del Cavalcanti, pubblicato (in quinta edizione) a  Napoli nel 1847  e  contenente 600 ricette autentiche della cucina napoletana e 100 menu (25 per ogni stagione).  Io ho provato a sfogliarlo, confesso, ma non sono riuscita a trovare la ricetta originaria. L’avevo comunque vista preparare in questo video, e mi aveva messo voglia di provarla.
 
Avendo del baccalà ammollato in casa, ho deciso di provarci ma senza seguire in modo rigido le istruzioni. Innanzitutto, non ho fritto: ho preferito stufare. Primo perché non amo friggere. Poi, per ragioni dietetiche (sigh!). In più non avevo noci in casa e neanche prezzemolo. E per il vino, ho usato una rimanenza di vino dolce: mi piaceva associare un tocco dolce alla sapidità del baccalà.
 

Molto buono il risultato: assolutamente da rifare.

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Ho usato:
4 pezzi di filetto di baccalà già ammollato
1 cipolla dorata
olio extravergine di oliva, fruttato intenso
una manciata di uvetta passolina e una di pinoli
olive nere
sale
pepe nero
vino bianco dolce
Un po’ di farina o di maizena

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Ho infarinato  il baccalà, avendo cura poi di eliminare ogni eccesso.

Ho affettato finemente la cipolla e l’ho soffritta  in quattro cucchiai di olio extravergine di oliva aggiungendo un pizzico di sale grosso. Non appena questa è divenuta morbida e dorata, ho aggiunto l’uvetta e i pinoli.
Ho quindi aggiunto il baccalà facendolo dorare da ogni lato e poi il vino bianco.
Infine, ho aggiunto le olive e portato a cottura in modo da far stringere il sugo di cottura.

Al momento di servire, ho spolverato con pepe nero macinato al momento.

E – udite udite! – se sotituite la farina con maizena diventa anche gluten free. 

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