Amo i formaggi: da sempre. E li amo tutti, in maniera sconsiderata ed indecente. Li amo “nature” ma anche usati come base per piatti un po’ elaborati. Mi ingozzerei senza ritegno, di tutti: freschi ma anche stagionati. Dolci ma – perchè no? – piccanti. Italiani, ma anche stranieri.
Non potevo quindi resistere alla tentazione di partecipare al contest “La Svizzera nel piatto”, organizzato da Formaggi dalla Svizzera e Peperoni e Patate: prendere un formaggio – anzi, due – svizzeri ed usarli per reinterpretare una ricetta tradizionale italiana. No, non potevo. Ed ho ceduto. Sbrinz e Gruyere sono stati miei. E non appena li ho assaggiati ho iniziato ad immaginare…
Lo sbrinz: il suo gusto sapido, la sua consistenza particolare e leggermente granulosa, mi hanno fatto pensare alla morbidezza di un brodo emiliano. Brodo buono, fatto con tutti i crismi: manzo, gallina e lingua. E verdure, ovviamente. Cotto a lungo, 4 o cinque ore, fino a che non sia diventato dorato e trasparente. Una volta pronto, poi, ho grattugiato il formaggio e ci ho fatto i Passatelli. Un consiglio: non fatevi spaventare dal fatto che non possedete l’attrezzo particolare: potete usare uno schiacciapatate a fori larghi, verranno benissimo lo stesso. Per il resto, non posso fare altro che consigliarveli. Sono buonissimi e semplicissimi. E, cosa che non guasta, sono pronti in pochi minuti.
Per le dosi, diciamo per 2 persone, grattugiate 75 gr di sbrinz e aggiungete un etto di pan grattato. Impastate quindi con 2 uova in modo da ottenere un impasto bello sodo (se necessario, aggiungete ulteriore pan grattato). Poi, pepe nero. E noce moscata, come se piovesse. A questo punto prendete uno schiacciapatate a fori larghi, riempitelo con un po’ di composto e schiacciate in modo da far venir fuori vermiciattoli di pasta lunghi 5-6 cm. Tagliateli quindi con un coltello, facendoli cadere delicatamente su un vassoio, e continuate fino ad esaurimento dell’impasto. Intanto, avrete messo il brodo, ben filtrato, sul fuoco: non appena bolle, buttate i passatelli e fate cuocere – a fuoco basso – per qualche minuto.
Pronto, tutto qui, si può portare in tavola.
Non ci credete che sia così facile? Fate male, e per provarvelo vi allego una vecchia ricetta de La Cucina Italiana del 1929. Unica differenza, che permette di ottenere un passatello più morbido e grasso, l’utilizzo del midollo dell’osso del brodo. A me non piace, confesso, e non lo metto: preferisco far felice il gatto. Ma se vi ispira, nulla vi impedisce di utilizzarlo.
Una splendida e semplice minestra per le sere di inverno che stanno per arrivare.
7 COMMENTS
E mi piacciono proprio!!! Mai fatti…rimedierò…
ogni tanto li faccio, ma sempre col parmigiano…da provare anche questi “sbrinzati”, ora cominciano a starci bene.
Eccomi qua! mi metto in castigo da sola, mai fatti in vita mia i passatelli e i tuoi sembrano facili (sembrano eh!) li voglio provare sperando vengano belli come i tuoi 🙂
wow mi ci tufferei in quella pentola!!! Mai fatti in vita mia, sono da bacchetta sulle mani 🙁
Buona giornata e grazie.
Ma questi sono dei signori passatelli, piccantini e saporiti al punto giusto! Un bacione
I passatelli, croce e delizia. Mi fossero venuti bene almeno una volta ^^.
Provo le tue dosi. Con lo sbrinz non mi sarebbero proprio mai venuti in mente: passatelli insubrici? 😉
Un bacio
Teresa sai che non ho mai fatto i passatelli?
La tua descrizione però fa venir voglia di averne un piatto fumante davanti! E poi con il brodo fatto con i sacri crismi…. devono essere ottimi!!!!
Dopo tutta le avventure delle foto, non posso che ringraziarti per aver partecipato e averci messo tanto impegno! Un bacione