Il mio lievito madre è in forza, come faccio a capirlo?
Un sacco tra di voi mi pongono questa domanda, anche nel forum, e allora provo a rispondere spiegando come faccio io a capirlo.
Un sacco tra di voi mi pongono questa domanda, anche nel forum, e allora provo a rispondere spiegando come faccio io a capirlo.
Innanzitutto, l’obiettivo.
Un pane a lievitazione naturale, di farina zero (Caputo verde, per la precisione, che mi piacerebbe comprare ma non so dove trovare… a proposito, l’avete mai vista in vendita? Anche on line…), preparato dapprima con un poolish, poi con una lievitazione durata un giorno intero (a 24 gradi).
Punto di partenza irrinunciabile, un lievito madre in forza. Come averlo? Come fare a capire quando è in forza il lievito madre? Semplice, osservando i rinfreschi. In parole povere, prendete il vostro lievito madre che giace dimenticato nel frigorifero e pesatelo. Annusatelo, innanzitutto. Se puzza di acido – non ridete – fategli un bagnetto, magari aggiungendo all’acqua (che andrà tenuta intorno ai 30 gradi) una puntina di zucchero. Quando viene a galla il vostro impasto prendetelo e impastatelo con una quantità d farina forte più o meno simile a quella del peso pre-bagno, in modo da ottenere un impasto abbastanza solido.
Ora, mettetelo in un contenitore di vetro (magari, graduato). E osservatelo.
Scordatevelo e tornatelo a guardare dopo tre ore: è raddoppiato? No? allora il vostro lievito è debole. Andrà ancora rinfrescato prima di utilizzarlo, anche più di una volta. Pesatelo, impastatelo con pari peso di farina forte e metà quantità di acqua. E rimettetelo sotto osservazione.
E’ raddoppiato? Ha quella bella alveolatura che sperate di ritrovare nel vostro pane, a fine cottura? Perfetto. Potete procedere con la ricetta del pane. La ricetta, nei prossimi giorni. Promesso.
Non è ancora raddoppiato? Altro rinfresco.
E già che ci siamo, rispondo alla domanda che qualcuno di sicuro si starà facendo:
“…ma che ci faccio con la pasta che mi avanza a furia di rinfrescare? La butto via?”
Assolutamente no: ci fate il pane di rinfresco.
Questo, cioè.
8 COMMENTS
Teresa sono io, Nunzio Fulgenzi:)
Torno anch’io all’opera con il LM partendo da un W 340 Tibiona e vediamo cosa ne esce. Solo una cosa: vedo che a ridosso del tuo post qui in alto v’è la foto del LM dentro al suo contenitore e sembra sì molto compatto, tuttavia non tanto da sembrare un panetto; l’hai fotografato prima o dopo le tre ore di lievitazione? Puoi rispondermi dove vuoi 🙂 un saluto!
ciao nunzio, scusami ma vedo ora: hai ragione, è un panetto ma non è rullato. Fotografato prima delle tre ore, ovviamente. Ciao. 🙂
Ciao Teresa, potresti darmi un consiglio sul mio lievito madre? Come posso contattarti se non ti rubo troppo tempo? Grazie in anticipo, buona serata ^_^
Preziosi suggerimenti! Io l’ho appena iniziato a fare il lievito madre. Spero che i risultati saranno migliori di quelli della passata stagione. Un po di esperienza, l’ho fatta!
molto interessante questo post! quel pane ha un aspetto delizioso!
ho appena scoperto il tuo blog casualmente, ora vado a sbirciarmi altre ricette e nel frattempo mi aggiungo ai lettori fissi! 🙂
passa anche da me se ti va 😉
a presto,
Michela
finalmente qualcuno che non dice di buttar via parte del lievito prima di rinfrescarlo!!!
Grazie Teresa per i tuoi post, ti ringrazia anche il mio lievito che, altrimenti, continuerebbe a languire in frigo!
Ti seguo con attenzione e provo il passo passo, hai visto mai!
Certo che lavorare con farine commerciali rende tutto un pò più complicato, fai sapere anche a me se e dove vendono quella farina!
ciao loredana
Condivido in pieno quello che hai detto …il rinfresco oltre a dare nutrimento ai batteri con farina nuova serve anche da test….se raddoppia in tre ore allora e’ arzillo..se no bisogna rinfrescarlo di nuovo