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McCurry Viaggio intorno all'uomo

“Siena&Stars: appena arrivata, un “viaggio intorno all’uomo””

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Nei prossimi giorni, non appena scaricherò le foto, vi racconterò della mia esperienza a Siena&Stars: dell’incontro con le altre blogger, della splendida accoglienza che ci ha riservato il Consorzio agrario, dell’ospitalità dell’Hostaria Il Rialto e del concerto dei Baustelle. Lo farò non appena la macchina fotografica sarà perfettamente asciutta: già, avete letto bene, asciutta. Al momento della partenza, infatti, a siena si è scatenato l’inferno. Acqua a catinelle, impossibile difendersi. Vento e grandine, che non hanno inzuppato solo la valigia ma anche – purtroppo – la borsa della macchina fotografica. Non è prudente, in queste condizioni, provare ad usarla se non è completamente asciutta. Per cui, arrivata a casa, l’ho messa via. E non la toccherò per qualche giorno.Prima della pioggia, però, avevo à scaricato le foto della mostra di McCurry: desideravo da tanto, vedere le sue foto da vicino ed il destino ha voluto farmi questo regalo inaspettato. Negli stessi giorni di Siena&Stars, in città c’era la mostra che mai avrei voluto perdermi: il  suo “Viaggio intorno all’uomo“.
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Un viaggio incredibile, fatto di orrore e di poesia, di dolore e  meraviglia,  distruzione eppure  bellezza. Mentre la prima parte è fatta di scoperta e stupore – ci si ferma, incantati, davanti a a sguardi ed espressioni in grado di catturarti  –   la seconda è assolutamente sconvolgente. Ci si trova  catapultati davanti all’orrore, raccontato in maniera tanto violenta e forte da non lasciarti via di fuga.  Ecco quindi, le torri gemelle che bruciano un attimo prima di crollare, una mano carbonizzata che si alza verso il cielo del Kuwait all’ombra di un carrarmato distrutto, l’immagine di una donna ed una bambina filtrata da un vetro sporco di pioggia di una macchina.  Ma ecco, soprattuto, lo sguardo  agghiacciante di un bambino che piange disperato mentre si punta una pistola (giocattolo?) alla tempia.Non voglio aggiungere altro, qualunque parola non potrebbe mai raccontare l’intensità di queste immagini. Ho solo un invito: se capitate a Siena, non perdetevela neanche voi. Ve ne pentireste, garantito.
 
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La mostra è curata da Peter Bottazzi che ha progettato il percorso espositivo e da Biba Giacchetti. 
 
L’allestimento, di grande impatto scenografico, è studiato appositamente per gli ambienti (1.000 m2) del suggestivo Sottoporticato di Palazzo Ducale e differenziato in ciascuno degli spazi tematici. 
Come in un “viaggio intorno all’uomo”, la mostra si aprirà con la scoperta: una grande galleria di ritratti che l’obiettivo di McCurry ha raccolto nell’arco della sua lunga esperienza e continua a raccogliere in ogni suo viaggio. Tra i veli che saranno le quinte di questa galleria, ogni visitatore potrà cercare il suo percorso nel gioco di rimandi che lega tra loro uomini e donne provenienti dai luoghi più disparati della Terra. Passando attraverso le tracce di una presenza umana più rarefatta, ci si avventurerà poi nella vertigine della guerra, del dolore e della paura che McCurry ha documentato con la stessa partecipazione emotiva. 

Nella sala successiva il visitatore troverà invece un mondo di poesia, dove l’uomo si riscatta, si avvicina alla natura e allo spirito e ritrova la gioia di vivere. La sorpresa e lo stupore caratterizzeranno il quarto spazio, dove si incontrano le immagini più curiose e inattese, dove l’uomo ritrova lo sguardo dell’infanzia e l’incanto della vita. In una ultima sala sarà la volta della memoria, con la proiezione di un video che racconta la ricerca della ragazza afgana 20 anni dopo l’incontro da cui è nata una delle immagini più famose di tutta la fotografia mondiale. 

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Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica.  
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Anche la mostra genovese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, a partire dal ritratto della ragazza afgana dagli occhi verdi, di cui è presentata tutta la storia, con scatti mai visti, un documentario di National Geographic proiettato in uno spazio dedicato e il materiale raccolto in giro per il mondo dallo stesso McCurry. 

 
Insieme alle icone più conosciute, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter; saranno presentati i lavori più recenti, realizzati dopo il 2010 insieme ad alcuni inediti, mai esposti nelle mostre precedenti, che costituiscono quasi il 50% delle foto esposte. 
Il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani, da Venezia alla Sicilia, da Roma all’Aquila.

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